Sono vivo per miracolo. E per miracolo non ho né ucciso né ferito alcuna persona”. Fanno venire i brividi le parole di Giovanni, sardo, della bellissima isola di Sant’Antioco.

Siamo all’ospedale di Forlì, qualche mese fa, in attesa di visita presso il reparto di otorino e scambiamo due chiacchiere. “Ero in auto – mi racconta – Avevo lasciato l’isola e stavo guidando verso Carbonia. Poi non ricordo più nulla. Mi sono svegliato in ospedale. Mi hanno detto di essere andato a sbattere con l’auto contro una casa e di aver sfondato un garage. Una fortuna incredibile”.

L’auto di Giovanni infatti in quella drammatica vicenda ha trovato sulla traiettoria solo cose, non persone. E probabilmente la serranda del garage ha attutito l’impatto per lui, che ha riportato traumi e contusioni, ma è vivo. Un colpo di sonno, ma perché? Scattano i controlli medici e le analisi lo portano a scoprire l’esistenza di una sigla mai sentita prima: OSAS, acronimo di Sindrome delle apnee ostruttive del sonno. E’ il suo caso, ma come lui tanti. Si tratta di una patologia diffusa, ma ancora poco conosciuta e spesso sottovalutata. Alla base ci sono frequenti interruzioni del respiro durante il sonno, cosa che può avere effetti anche molto gravi sulla salute.

Le cause, i sintomi tipici, le conseguenze e lo stato dell’arte in materia di diagnosi e cura saranno al centro dell’evento ECM organizzato per domani al cinema Sant’Antonio di Termoli a partire dalle 8.15. Un confronto tra esperti con ospiti di elevato livello scientifico organizzato dall’OMCeO di Campobasso. Far conoscere meglio la patologia e porre le basi di un’azione di prevenzione e sensibilizzazione sul tema gli obiettivi dei medici che hanno realizzato l’iniziativa: il dottor Domenico Coloccia, Odontoiatra e presidente CAO Campobasso; la dottoressa Giulia Terranova, otorinolaringoiatra del Cardareli e vicepresidente OMCeO Campobasso.

Intanto Giovanni ha seguito le terapie indicate dagli specialisti e si tiene sempre sotto controllo con le apparecchiature del reparto. Periodicamente lascia la Sardegna per andare in Emilia Romagna a monitorare la situazione, augurandosi che sempre più centri in Italia ma anche nel mondo possano essere in grado di individuare e gestire questa subdola malattia.

l corso prevede crediti formativi ECM ma è di elevato interesse per tutti i cittadini.

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