Dieci punti per una revisione della Governance in Sanità; sei ambiti di assunzione di responsabilità della Fnomceo a livello istituzionale; otto direttrici di azione politica; altrettante linee di impegno dei singoli Ordini nei confronti dei Cittadini, della Professione, degli Iscritti.
È questa la struttura del Documento “Progettiamo il futuro”, una vera e propria Dichiarazione programmatica per lo Sviluppo della Professione che, partendo dalle risultanze della III Conferenza Nazionale della Professione Medica e Odontoiatrica di Rimini, e dopo un complesso lavoro di revisione e implementazione, disegna, in maniera organica e articolata, le rotte, le strategie, gli impegni dei prossimi anni.
Il Documento è stato presentato in tutti i suoi aspetti a Bari il 16 settembre scorso e, dopo ampio dibattito, approvato all’unanimità dal Consiglio Nazionale Fnomceo.
“La Terza Conferenza della Professione medica e Odontoiatrica di Rimini – si legge nell’incipit del Documento – ci ha detto, in modo inequivocabile, che la migliore difesa della nostra autonomia è la costruzione di una professione che si impegna a ricontestualizzare i nostri principi, i nostri valori, i nostri doveri ma anche i nostri diritti all’interno di un ambiente sociale, culturale ed economico in continuo cambiamento. […]
I medici devono esprimere il loro parere sui problemi che assillano la società, dai delicati problemi di inizio e fine vita, alla cronicità, alla cura degli anziani e alla fragilità, dal costo della sanità alle contraddizioni del diritto, dai rischi ambientali, al consumerismo.
È questo che la gente si aspetta e che restituisce autorevolezza e ruolo alla professione”.
“Siamo arrivati a Rimini per guardare al futuro: ora abbiamo gli strumenti per farlo” aveva affermato il Presidente della Fnomceo Roberta Chersevani, a chiusura dei lavori della III Conferenza. Ora questi strumenti sono a disposizione di tutta la Professione e al servizio dei pazienti e dei cittadini.
“Rivisitare il ruolo e i doveri del medico nella realtà presente multidimensionale – conclude infatti il Documento -, significa recuperare il senso più profondo di cura dove scienza, cultura, valori, e soprattutto la personalizzazione permettono di accedere al malato quale persona per consolidare l’alleanza terapeutica”.