Egregi Colleghi,

mi apprestavo a redigere la relazione per l’annuale Assemblea degli iscritti all’Ordine quando, come uno “Tsunami”, si è abbattuta su tutti noi l’emergenza Coronavirus. Non ho potuto dunque che mettere da parte l’elencazione delle azioni intraprese in tema di pubblicità, autorizzazioni sanitarie, comunicazioni agli iscritti, ASO, Enpam e dettami deontologici e affrontare questo terremoto che ci vede impegnati responsabilmente come professionisti e come datori di lavoro.

Gli studi odontoiatrici, è noto, sono presidi chirurgici da sempre attenti alle precauzioni nella prevenzione delle infezioni ai pazienti e al personale sanitario, applicando con diligenza le procedure  che gli derivano dall’evidenza scientifica. L’uso dei DPI fa parte del nostro normale operare e normale è l’uso di barriere contro le infezioni crociate.

Ma la elevata trasmissibilità del covid 19, le gravi complicanze ad esso correlate e il rischio reale di sovraccaricare il SSN ci impone attenzioni supplementari che in maniera sempre più stringente ci vengono suggerite dalla Cao nazionale e dalle organizzazioni sindacali. Su questo vorrei articolare e condividere un ragionamento che porti a individuali decisioni operativ .

Il Covid 19 è una Sars (sindrome respiratoria acuta grave) estremamente contagiosa che può restare asintomatica così come può determinare polmonite interstiziale bilaterale con necessità di supporto ventilatorio. Non ci sono farmaci specifici e nei casi più gravi è indispensabile intubare il paziente per supportare le ridotte facoltà respiratorie in attesa che il sistema immunitario prevalga sul virus. Sono numerosi i pazienti anziani con patologie pregresse che si ammalano ma non sono rari i casi in cui ad ammalarsi sono giovani adulti senza comorbilità. Poiché il numero dei ventilatori disponibili nelle strutture sanitarie è limitato, la riduzione dei contagi può portare ad una diluizione degli accessi al sistema. Viceversa un eccesso di richiesta porterebbe ad un collasso e ad una incresciosa scelta da parte del rianimatore su chi intubare e chi no.

Il Governo sta predisponendo misure di contenimento sempre più stringenti che dimostrano purtroppo la diffusione del contagio e, facendo molto ricorso al senso di responsabilità della popolazione, inducono a pensare che non c’è una presumibilità di riuscire certamente nella risoluzione del contagio. Le norme si rivolgono, nel contesto sanitario, essenzialmente alle strutture pubbliche. Gli odontoiatri italiani, che operano nella maggioranza in regime privatistico puro sono confusi e disorientati sul da farsi e sul come ottemperare i propri doveri di Medici, datori di lavoro e padri di famiglia.

E’ una realtà che la maggioranza delle procedure dentistiche produce aereosols che sono contaminati con batteri e sangue A tal proposito riproduco un lavoro della American Dental Association risalente all’aprile del 2004 nel quale si evidenziano gli strumenti e le procedure dentistiche che producono contaminazione aerodiffusa.

Nel decreto legge 2 marzo 2020”misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 al Capo III, art.34(disposizioni finalizzate a facilitare l’acquisizione di dispositivi di protezione e medicali) , punto 3 si dice “In relazione all’emergenza di cui al presente decreto, in coerenza con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e in conformità alle attuali evidenze scientifiche, è consentito fare ricorso alle mascherine chirurgiche, quale dispositivo idoneo a proteggere gli operatori sanitari; sono utilizzabili anche mascherine prive del marchio CE previa valutazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.”

 La World Health Organization però analizzando più specificatamente il problema indica un distinguo tra pratiche ordinarie e quelle che ingenerano aerosols, come mostrato nella tabella sottostante estrapolata dal”Rational use of personal protective equipment for coronavirus disease 2019(Covid-2019)” –Interim guidance del 27 febbraio 2020 .

Da questo documento si evidenzia che per affrontare le procedure che generano aereosols contaminati occorrono mascherine FFP2 , guanti e schermi protettivi.Come detto la Commissione Albo Odontoiatri e le organizzazioni sindacali si applicano per emanare consigli comportamentali. Questa mattina l’Aio esprime varie raccomandazioni tra le quali:

Triage telefonico nei confronti di ogni paziente programmato mirante ad appurare 1) la presenza di qualsiasi sintomo da raffreddamento o anche lontanamente riconducibile al Covid;2)eventuali recenti spostamenti o viaggi ;3)contatti con persone provenienti da zone a rischio.

Sala d’attesa arieggiata e priva di riviste o giocattoli con solo un paziente per appuntamento.

Consegna ai Pazienti di contenitore monouso in cui inserire oggetti di sua proprietà come occhiali ,telefono e portafogli.

nvitare i Pazienti a detergersi le mani e sciacquare la bocca con disinfettanti.

Indossare sempre i DPI come doppi guanti, copricapo in TNT e mascherina idonea;”qualora ci si trovasse in zona rossa o a contatto con pazienti con sospetto contagio (anche in assenza di specifica ordinanza ministeriale o DPCM)mascherina FFP3 ,occhiali o schermo facciale.

Usare la diga di gomma con doppia aspirazione.

In sostanza, volendo essere di qualche aiuto nei processi decisionali operativi che comunque rimangono soggettivi e al momento non sottoposti ad alcuna direttiva locale o nazionale, le prestazioni eseguibili in relativa tranquillità sembrano essere solo le prestazioni Odontoiatriche che non necessitino di produzione di aereosols come le visite diagnostiche con approfondimento radiologico, le estrazioni semplici e alcune attività di Ortodonzia. Tutte le altre richiedono attenzioni supplementari, che possono ingenerare equivoci e ansie comunicazionali (particolarmente sconsigliate nel nostro lavoro) ovvero si scontrano con la scarsa disponibilità di DPI e con la rapida diffusione del virus (siamo il secondo paese del mondo). Come tali dunque andrebbero ascritte tra le prestazioni differibili almeno di qualche settimana ovvero di emergenza da eseguirsi con tutte le precauzioni possibili.

 Campobasso, 09 marzo ’20

 

Il Presidente CAO

Dott. Domenico Coloccia

Emergenza epidemiologica da COVID–19. Lettera agli iscritti. docx

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