Egregi Colleghi,
ancora una volta in periodo di emergenza Covid condivido con Voi qualche riflessione senza fini consolatori o velatamente ammonitivi.
Sono ormai numerose settimane che ci troviamo in una condizione di inattività e questa, contrariamente a quanto si possa interpretare da vari messaggi mediatici che ci descrivono chiusi per decreto, è sostenuta da responsabilità civile, atto etico, e raccomandazioni deontologiche.
Il concetto di prestazione urgente e indifferibile in Odontoiatri, oltre a non esattamente classificabile, risente con evidenza del fattore tempo e ciò che sembrava procrastinabile ci viene ormai sempre più spesso sollecitato.
Non disponiamo al momento di” linee guida per la riapertura” e siamo in attesa di quelle ministeriali con la speranza che: 1)non venga ulteriormente dilazionata, questa volta ufficialmente , la ripresa della normale attività ; 2)che non ci si trovi sottoposti a protocolli astronautici che, oltre a costringerci a cospicui investimenti, ridurrebbero sostanziosamente la routine cui siamo abituati
C’è poi la carenza di DPI , quasi del tutto indirizzati verso i presidi più a contatto con l’infezione e ritrovabili sul mercato in quantità millesimata e a costi da” borsa nera”. Ci piacerebbe fossero calmierati e più ampiamente distribuiti.
I provvedimenti di Stato e di Cassa non sono ancora del tutto disponibili e, per consistenza e durata non alleviano i nostri mancati emolumenti. Così pure le misure rivolte verso i nostri dipendenti tardano ad essere efficaci, venendo trattate con ordinaria tempistica amministrativa.
Nella prospettiva di ripresa lavorativa, pur essendo noi considerati ”piccole medie imprese”, non sembra siano state predisposte misure di accesso al credito degne di interesse e dotate di valenza efficace a ridurre il peso di una prolungata stasi lavorativa . Anche sul fronte fiscale, oltre a non esserci prospettive vantaggiose o migliorative, si intravedono piuttosto, orizzonti colmi di nubi scure.
Anche se non immediatamente, torneremo alla piena operatività professionale e di questo sono convinto conoscendo le capacità dei Colleghi tutti. Non sarà difficile convogliare sforzi culturali ed economici verso adeguati modelli organizzativi e soprattutto sostenere ella comunicazione con i Pazienti quale ruolo abbiamo avuto e avremo nel ridurre quel rischio di infezione, cui noi stessi siamo costantemente sottoposti per assolvere, con la consueta onorevole dignità e affidabilità , la funzione di importante pilastro della salute pubblica.
Nel frattempo, e ancora per il periodo predisposto dal Governo e finalizzato all’allontanamento sociale, Vi esorto a continuare ad astenerVi da attività non strettamente indispensabili e specificatamente richieste dai Pazienti. Ciò anche appellandomi alle ancor troppo vaghe nozioni epidemiologiche e patogenetiche, alle evidenti responsabilità morali e legali nei confronti dei dipendenti di studio e dei familiari e alla attenta difesa del nostro ruolo di Professionisti.
Campobasso, 20 aprile 2020
Il Presidente CAO
Domenico Coloccia
E’ giusto, in generale, che Voi Odontoiatri non apriate l’ambulatorio perché sareste i primi ad essere colpiti dal Covid per gli strumenti che usate e che fanno “spruzzare” fuori dalla bocca del paziente, saliva + residui della lavorazione che potrebbero colpirvi assieme agli assistenti di sedia. Forse è pericoloso anche in Molise perché noi pazienti, pur asintomatici, finché non arriverà il test con gli anticorpi, non sapremo MAI se siamo portatori asintomatici.