Sono 1750 i tumori maligni registrati tra i residenti dal 2010 al 2013. E’ lo screenshot del Molise fermato dal primo step del tanto atteso Registro dei Tumori. La nostra regione si sta finalmente adeguando alla normativa nazionale (Legge n. 29 del marzo 2019) che di fatto fa rientrare i Registri Tumori nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Le tappe successive, quelle che illustreranno la situazione per i trienni successivi fino al 2020, sono già programmate e verranno completate per la fine del 2022.
“Quello di oggi non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza – ha dichiarato il presidente della Giunta regionale Donato Toma alla presentazione ufficiale dei dati, alla quale per l’OMCeO Campobasso era presente il consigliere Federico Di Renzo – Il Registro raccoglie i casi di tumori della popolazione residente in Molise, consente di realizzare attività di targeting epidemiologico e di stratificazione delle patologie oncologiche sull’intero territorio regionale, permette di costituire e gestire sistematicamente un database di tutti i nuovi casi di tumore diagnosticati fino a geolocalizzare i dati relativi alle malattie tumorali di tutti i residenti in regione”.
Il bollo finale verrà apposto dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), che con l’accreditamento consentirà al Molise di compiere quel salto di qualità in grado di certificare l’accuratezza e la rispondenza dei dati che da tempo si attendeva.
“Il Registro Tumori è un potente strumento epidemiologico perché é un archivio, una memoria storica di tutte le nuove diagnosi di tumore che sopraggiungono nella nostra popolazione regionale – ha spiegato il dottor Di Renzo – Mediante queste informazioni è possibile caratterizzare il tipo di neoplasia, i dati di insorgenza, il rischio di tumore della popolazione oggetto di osservazione e numerose altre informazioni”.
I dati di mortalità raccolti ci dicono che ogni anno in Molise muoiono a causa di un tumore mediamente 823 persone. Il genere è un fattore determinante: tra i 30 ed i 50 anni prevalgono i tumori femminili, dai 60 anni quelli maschili. Il rischio di morire per tumore riguarda un uomo su nove (11%) e una donna su quattordici (7%).
“Numerosi sono i fattori di rischio: siamo la terza regione in Italia per consumo alcoolico, dato particolarmente preoccupante che alza il rischio di neoplasie – continua Di Renzo – Ma dagli interventi terapeutici giungono spiragli di ottimismo attraverso terapie oncologiche sartorializzate per ciascun paziente. Questo é il futuro. E le fondamenta in Molise le ha poste il dottor Franco Carrozza, che ringraziamo, con i primi dati del Registro Tumori. Dati preziosi che analizzati con nuove tecnologie potranno donare nuove opportunità terapeutiche e salvare vite dei nostri corregionali”.
Che il percorso per giungere alla realizzazione di questo strumento strategico non sia stato semplice è un dato accertato: associazioni di tutela ed esponenti politici si sono battuti per l’istituzione del registro, spesso senza riuscire a raggiungere risultati. Ma a mettere il fatidico carico da undici negli ultimi due anni ci si è messa anche il Covid-19. “I disagi generati dalla pandemia sono stati notevoli – continua Di Renzo – Abbiamo assistito ad un lungo periodo in cui l’accesso alle cure é stato difficile, se non impossibile per i nostri concittadini. Nel lume dell’oggettività dei dati si valuteranno eventuali riscontri anche nel Registro Tumori. D’altro canto valutazioni sono già presenti presso altri istituti come la Fondazione Veronesi che ha evidenziato che sono stati ben 4 milioni gli inviti in meno relativi agli screening oncologici e 2,5 milioni i mancati esami effettuati. Questo nella pratica clinica quotidiana significa diagnosticare i tumori negli stadi più avanzati: una dura sconfitta per tutti noi, medici e cittadini”.
Il Registro Tumori quindi si inserisce al momento giusto in un contesto davvero complesso per l’accesso alle cure da parte dei cittadini. Un periodo non semplice anche per i medici e tutti gli operatori sanitari che faticano nell’indirizzare i pazienti verso percorsi di diagnosi e cura spesso ancora non ultimati.
“Il richiamo per tutti noi – conclude il consigliere OMCeO – è puntare sulla massima concordanza di intenti e di azioni tra i decisori e i protagonisti della vita sanitaria. Ecco perché bisogna direzionare sforzi importanti sulla prevenzione, a partire dal potenziamento dei dipartimenti di igiene e prevenzione e dei medici operanti sul territorio come i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale. Occorre collaborare con la direzione salute regionale e perfezionare programmi di prevenzione ed educazione civica nelle scuole. E al contempo bisogna lavorare sui percorsi di accesso a diagnosi e cura. In ognuno di questi campi l’Ordine dei Medici di Campobasso resterà un interlocutore vigile, fattivo e collaborativo”.
Mezzo secolo di ritardo. Poco da vantarsi.
Oggi l’unico ad aver titolo a parlare è il collega Franco Carrozza, che spesso in solitaria, ha combattuto e lavorato per raggiungere questo traguardo.
Forse non sarebbe sbagliato allegare il PDF dei dat presentati od il link per scaricarlo.
Ha ragione. Il link è all’inizio su Registro Tumori, ma è stato aggiunto anche alla fine dell’articolo. Grazie della segnalazione! Antonella Iammarino, addetto stampa.