L’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Campobasso raccoglie il disperato appello di Tina, giovane francese di origine iraniana, a non rimanere indifferenti e a sostenere con la divulgazione del video le donne del suo paese e tutte quelle che vivono situazioni analoghe. Attraverso la Commissione Pari Opportunità condanna fermamente i tanti soprusi che le cronache devono raccontare, dai più lievi ai più efferati, a danno del mondo femminile.
“Se la prima donna, Pandora, fu foriera di disgrazia nella cultura greco-latina, non diversa è la sua qualifica in quella ebraico-cristiana – afferma nella sua riflessione sul messaggio di Tina la dottoressa Maria Durante, membro della commissione – E’ a causa di Eva che l’uomo perde la condizione di grazia di cui godeva nell’Eden ed è proprio lei come Pandora, che disobbedisce ad un divieto divino. Una matrice culturale unica che faceva della donna, già in tempi remotissimi, l’incarnazione della curiosità, della testardaggine e della disobbedienza. Per questo le donne fanno paura agli ‘uomini deboli‘, quelli che ritengono che la loro superiorità sia un diritto acquisito alla nascita per questo solo da difendere non da conquistare. Virginia Woolf scriveva ‘La storia dell’opposizione degli uomini all’emancipazione delle donne è più interessante, forse, della storia della stessa emancipazione’. L’attivista pakistana Malala Yousafrazai (la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace per il suo impegno per il diritto all’istruzione delle donne vietata dai talebani) sostiene che ‘Nessuna lotta può concludersi vittoriosamente se le donne non vi partecipano a fianco degli uomini’ e che ‘Al mondo ci sono due poteri, quello della spada e quello della penna, ma in realtà c’è ne è un terzo più forte di entrambi ed è quello delle donne‘.
E aggiunge un’ulteriore riflessione su come i messaggi, se scritti da uomini, hanno assunto connotati diversi nel tempo. La Genesi recita ‘In sforzo partorirai figli’ – aggiunge la Durante – Non dice ‘Partorirai con dolore‘: così Erri De Luca traduce il termine ebraico etzev e sostiene che ‘Non c’è la condanna al dolore per la trasgressione ma uno sforzo più intenso rispetto alle altre creature viventi. Alla donna che ha aperto gli occhi della conoscenza alla creatura umana spetta la necessaria distanza fisica dalla altre madri di natura, dalla loro agilità elementare di sfornare vita’. E Mia Martini nella splendida canzone Gli uomini non cambiano cantava: ‘Ma perché gli uomini che nascono sono figli delle donne ma non sono come noi?’.
. Grazie a Maria Durante e alla Commissione Pari opportunità per queste profonde e condivisibili riflessioni.