Obbligo formativo in medicina: è a metà strada il triennio ECM 2017-2019 e, anche se le percentuali dei professionisti sanitari che si aggiornano regolarmente sono in continua crescita, non sono ancora sufficienti a colmare il gap che si è manifestato nei passati trienni.
LA FNOMCEO
Su questo tema Filippo Anelli, Presidente FNOMCeO, ha inviato di recente una lettera di monito a tutti i Presidenti di Ordine e CAO in cui sottolinea che «l’aggiornamento costituisce un requisito indispensabile per svolgere attività professionale in qualità di dipendente o libero professionista e il medico, nel corso di tutta la sua vita professionale, deve perseguire l’aggiornamento costante e la formazione continua assolvendo agli obblighi formativi mentre l’Ordine ha il compito di certificare agli iscritti i crediti acquisiti e valutare eventuali inadempienze».
Sul fronte dei controlli si partirà dal 2019, spiega il presidente Anelli sottolineando che «la verifica per il triennio 2014-2016 non potrà avvenire prima del 31.12.2018, termine entro il quale i professionisti avranno la possibilità – tramite il COGEAPS – di spostare a recupero del detto triennio i crediti maturati nell’anno solare 2017».
«L’invito a puntare sull’ECM è rivolto a tutti i soggetti, ma soprattutto alle aziende sanitarie» spiega Anelli ai microfoni di Sanità Informazione. «Ritengo che le aziende debbano attivare i meccanismi di formazione obbligatori previsti per legge dai contratti di lavoro in modo tale da offrire a tutti i professionisti strumenti per la formazione e l’aggiornamento continuo».
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Inoltre «come Federazione – prosegue – abbiamo a disposizione corsi FAD che possono essere utilizzati da tutti gli iscritti. Dunque io penso che ci siano tutti i presupposti per raggiungere presto risultati molto più importanti e soddisfacenti».
L’AGENAS
«Di controllo e verifica c’è sempre l’esigenza» chiosa Luca Coletto, Presidente Agenas in risposta alla presa di posizione del Presidente FNOMCeO. «La formazione è importantissima – continua – e proprio per questo è fondamentale monitorare sempre, soprattutto alla luce di eventuali situazioni in cui ‘infiltrati’, magari con percorsi formativi non del tutto regolari o con una laurea non conforme alle normative, possano esercitare la professione».
«Tuttavia penso anche – conclude – che gli Ordini dei medici già siano conformati rispetto al controllo dei protocolli e per quanto riguarda i criteri dell’esercizio della professione».
Sanità informazione