“Apprezzamento e pieno sostegno ad Aifa per i nuovi criteri di trattamento per l’Epatite C, elaborati nell’ambito del Piano di Eradicazione dell’infezione da HCV in Italia, che consentiranno finalmente di estendere l’uso dei nuovi farmaci a tutti i pazienti che ne abbiano l’indicazione clinica, e non solo ai casi più gravi, così come la FNOMCeO auspica da tempo”.
Ad esprimerlo è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Roberta Chersevani, commentando la comunicazione ufficiale, avvenuta ieri, degli 11 nuovi criteri, già operativi, che consentiranno di trattare, secondo le stime dell’Aifa, 240mila pazienti in tre anni.
Il programma, già preannunciato dal Direttore Generale di Aifa, Mario Melazzini, va infatti nella direzione auspicata dall’Ordine del Giorno approvato lo scorso settembre dal consiglio Nazionale della Federazione.
“Il Consiglio Nazionale della FNOMCeO – vi si legge -, riunito a Bari il 16 settembre 2016, all’unanimità impegna il Comitato Centrale ad intervenire presso il Ministro della Salute per perseguire con ogni mezzo il conseguimento di atti legislativi e giuridici capaci di estendere l’accesso alle terapie anti epatite C per tutti gli aventi indicazione clinica e diritto.
Pur nel giusto riconoscimento del diritto dell’industria farmaceutica, quando sono in campo la tutela della salute e costi sostenibili per il SSN, il principio etico deve prevalere su ogni altro diritto, ancor più se commerciale”.
Sempre in quell’occasione la FNOMCeO aveva anche lanciato la proposta, poi condivisa e fatta propria da Melazzini – pur come “extrema ratio” -, di applicare gli accordi internazionali per la cosiddetta “licenza obbligatoria”, che permette, in situazioni di emergenza per la salute pubblica, a uno Stato di poter produrre il generico, ad un prezzo inferiore, pagando una royalty alla casa farmaceutica.