Il coinvolgimento delle farmacie nella campagna vaccinale anti Covid 19, prevista nel recente Decreto legge “Sostegni”, potrebbe essere condivisibile nell’ottica di raggiungere in tempi brevi la copertura vaccinale della popolazione, ma richiederebbe necessariamente la presenza di un medico o della sua supervisione nelle fasi di: raccolta dell’anamnesi e del consenso informato, in modo da poter valutare lo stato di salute delle persone e deciderne l’arruolamento o meno ai diversi vaccini, durante la loro inoculazione, nel periodo immediatamente successivo di osservazione clinica, per intervenire prontamente in caso di reazioni avverse. Lo prevedono, peraltro, le stesse raccomandazioni dell’AIFA sui vaccini, che, in quanto “farmaci”, sono somministrabili solo dopo prescrizione medica; il medico ne valuta di volta in volta le eventuali controindicazioni e si attiene con responsabilità, consapevolezza, prudenza, competenza ed esperienza alle indicazioni delle Autorità del farmaco, oltre a infondere con la sua presenza sicurezza al paziente. Peraltro le indicazioni dei vaccini attualmente distribuiti sono in continua evoluzione in base alle evidenze, poiché ci troviamo di fronte a un’infezione non ancora conosciuta appieno.
Non basta un corso di vaccinatore, peraltro eseguito on line, per prescrivere e fare diagnosi, atti esclusivi della professione medica, e garantire la sicurezza delle cure. Il Presidente FNOMCeO ha recentemente affermato che “Infermieri, farmacisti, medici studiano anni per acquisire le loro competenze, peculiari, diverse e specifiche per ogni professione: ogni atto professionale non presuppone solo la mera skill tecnica, ma tutto un insieme di conoscenze che vengono, in quel momento, applicate, all’interno e in funzione di una cornice di valori etici e deontologici. In questo senso le professioni garantiscono i diritti dei cittadini: lo fanno con le loro conoscenze, le loro competenze, i loro valori. Banalizzarli significa, oltre ad abbassare la qualità delle cure, rendere questo Stato meno democratico”.
Gli atti medici non sono delegabili, sanciti da norme giuridiche e deontologiche, anche nell’eccezionalità del momento storico e sanitario che stiamo vivendo; lo ricordiamo a difesa non corporativa di una professione giuridicamente e deontologicamente corretta.
Siamo anche perplessi che il divieto previsto dall’articolo 102 del Testo unico delle leggi sanitarie, sull’esercizio della professione medica in farmacia, possa essere così facilmente superato, in assenza di una regolamentazione che eviti un possibile conflitto di interessi.
Visto che moltissimi medici si sono resi disponibili a vaccinare, non si comprende perché sia consentito ai non iscritti ai nostri Albi di esercitare la professione, rendendone di fatto legittimo l’abuso, con una deregulation davvero pericolosa anche per il futuro.
Il sottosegretario Pierpaolo Sileri ha evidenziato la necessità di investire sulle figure professionali che operano sul territorio, medici di medicina generale, farmacisti e infermieri, che debbono essere valorizzate e sostenute, potenziandone il ruolo. In questo quadro è tornato a parlare del percorso della farmacia dei servizi, al momento ancora sulla carta, per riscoprirne tutte le potenzialità in una situazione d’emergenza; anche il Presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha ricordato che si tratta di un percorso evolutivo che, per essere portato a definitiva realizzazione, impone molti cambiamenti e la revisione del percorso di formazione dei farmacisti.
Come altri OMCeO d’Italia, sosteniamo che in situazione di emergenza si debba operare con l’aiuto di tutti; non potremmo non accogliere con favore, quindi, l’individuazione di nuove sedi vaccinali autorizzate, con spazi idonei sotto il profilo igienico sanitario e della privacy, che consentano, con il coinvolgimento sinergico di tutti i professionisti della salute disponibili e dotati di adeguata copertura assicurativa, ognuno per le proprie specifiche competenze e funzioni, un alto numero di somministrazioni vaccinali, con la maggior sicurezza possibile per il paziente.
Il Presidente CAM
Dott.ssa Carolina De Vincenzo
Il contenuto è tutto condivisibile e, in caso di emergenza, come quella che attualmente stiamo vivendo, ogni singolo professionista ha il dovere professionale oltreché morale di rendersi disponibile e collaborare per il superamento della crisi. Il contributo dei singoli professionisti deve però concretizzarsi nel pieno rispetto delle proprie competenze!