La proroga dei trienni formativi che vanno dal 2014 al 2016 e dal 2017 al 2019 scadrà il prossimo 31 dicembre. Resta insomma ancora poco più di un mese a disposizione dei professionisti sanitari per accumulare i crediti ECM necessari per non rischiare di incappare nelle sanzioni previste dalla legge per chiunque non risulti in regola. Da questo punto di vista, Enrico De Pascale, presidente del Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie (Co.Ge.A.P.S), a margine del webinar organizzato dall’Associazione di Provider “Formazione nella Sanità” ha spiegato a Sanità Informazione che gli elenchi di chi non è attualmente in regola con l’obbligo sono già pronti e che «nei prossimi giorni invieremo le comunicazioni a tutti gli Ordini». I quali avranno quindi la possibilità di «analizzare e verificare la posizione formativa di ogni professionista».
«Ordini hanno il potere e il dovere di intervenire sulla certificabilità dei propri iscritti»
De Pascale spiega che «il Consorzio è un ente strumentale degli Ordini», i quali «hanno il potere e il dovere di intervenire sulla certificabilità dei propri iscritti. E questo è possibile grazie al grande lavoro fatto negli ultimi due anni, che oggi ci consente di essere in linea con le richieste dei singoli professionisti, avendo tutti i dati aggiornati non solo dei trienni precedenti, ma anche del triennio in corso». Chi vuole verificare (o spostare ai trienni precedenti) i propri crediti «può quindi scaricare e utilizzare la App del Co.Ge.A.P.S.».
«Ogni ordine vaglierà la posizione dell’iscritto e deciderà che tipo di azione intraprendere»
Per quanto riguarda invece le conseguenze per quei professionisti che dovessero, eventualmente, non risultare in regola con il numero di crediti ECM richiesti per entrambi i trienni, il presidente del Co.Ge.A.P.S. spiega che è compito di ogni singolo Ordine «vagliare la posizione del professionista e decidere che tipo di azione intraprendere. Sicuramente – specifica – non si potrà parlare di una sanzione uguale per tutti, ma sarà comunque indispensabile andare nella direzione indicata dal Codice deontologico, dalle norme di legge e anche dall’orientamento giurisprudenziale, recentemente intervenuto proprio in merito alla relazione tra formazione ECM e risarcibilità del danno».
«Sono convinto che un meccanismo premiante sia più efficace di uno sanzionatorio»
Fin qui abbiamo elencato le eventuali conseguenze per chi non riuscirà a raccogliere tutti i crediti ECM richiesti dalla normativa vigente. Ma cosa si può fare per “premiare” in qualche modo tutti gli altri professionisti che invece si dimostrano sempre al passo con la formazione continua e che non accumulano crediti solo in virtù dell’obbligo ma perché attenti alla loro crescita professionale (magari raccogliendo anche più crediti del necessario)? De Pascale si dice «personalmente convinto» che «un meccanismo premiante sia più efficace di un meccanismo sanzionatorio», in quanto può rappresentare «un incentivo a fare sempre di più e sempre meglio». Da una parte, spiega, «noi dobbiamo fare in modo che la certificabilità sia sempre più facile da ottenere e che non ci siano quindi difficoltà nella fruizione dell’attività formativa». Dall’altro «dobbiamo far capire l’importanza reale della formazione, e in questo senso l’inserimento di meccanismi premianti può senz’altro contribuire a raggiungere questi risultati».
Riconoscere ,per il triennio in corso,anche i crediti in più già acquisiti nei due trienni precedenti!
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