“Non mi aspettavo davvero tutta questa vicinanza da parte dei colleghi di mio padre e dell’intera della comunità. Sono commossa per l’enorme dimostrazione d’affetto nei suoi confronti e per il valore dell’iniziativa che ha preso vita a Larino”. Sono le parole della dottoressa Giovina Vincelli, consigliera dell’OMCeO e figlia di Augusto Vincelli, il medico larinese caduto sotto il Covid-19 nel novembre scorso. Parole espresse durante l’inaugurazione del primo ambulatorio solidale del Molise intestato proprio a suo padre.
Il progetto nasce dall’idea del dottor Pietro Picucci: creare una volta in pensione un punto medico gratuito per i cittadini in difficoltà. Per dare risposte e consulenze, consigli e supporto. Oggi questo punto esiste grazie all’Auser Molise, alle istituzioni locali e all’impegno di quattro medici e un infermiere. I locali sono stati messi a disposizione dal Comune e dalla scuola, mentre tutto l’impegno professionale che vi si può trovare arriva da un’azione di volontariato che nasce dalla vocazione medica. Il servizio è rivolto principalmente a pazienti anziani con difficoltà negli spostamenti oppure sul piano economico. Ma è aperto (su prenotazione al 3792661111) anche ai più giovani per consulenze urgenti dove la tempistica può fare la differenza davanti alle lunghe code d’attesa per un servizio diagnostico pubblico, oggi messo a dura prova dalla pandemia.
A disposizione dei pazienti ci sono al momento l’infermiera Pina Bavota e quattro specialisti: un radiologo ecografista, il dottor Franco Rainone, che in loco può in loco fare le ecografie; un’ internista, la dottoressa Annamaria Marra; l’oculista Antonio Lepore e il dottor Pietro Picucci, chirurgo generale e gastroenterologo. Gli strumenti diagnostici sono stati messi a disposizione dagli stessi professionisti e dalla Fondazione Michelino Trivisonno.
“L’ambulatorio solidale non si vuole sostituire al servizio sanitario – spiega la dottoressa Vincelli che come il padre continua l’attività di medico di base – Stiamo parlando di un servizio che vuole operare in supporto servizio nazionale, dare una mano ai medici di famiglia nei casi particolari o urgenti. E offrire un punto di riferimento alla gente, soprattutto quando una diagnosi più celere può fare la differenza”
Un punto di riferimento principalmente medico, dunque, ma anche un luogo di condivisione di supporto morale e di socializzazione in cui trovare professionisti che mettono a disposizione gratuitamente il loro tempo, la loro passione e l’esperienza di una vita. Come ha fatto Augusto Vincelli fino all’ultimo giorno. Aveva 68 anni, non aveva patologie, ma questa terribile malattia se l’è portato via in soli 15 giorni. Al lavoro si dedicava con tutto se stesso, non badava ad orari ed era sempre pronto dare una risposta ai suoi pazienti.
“Questo ambulatorio solidale è un modo per rendere vivo il lavoro di mio padre, valorizzando tutti i medici, soprattutto quelli di medicina generale come lui che in questa pandemia hanno pagato il prezzo più caro – spiega la dottoressa Vincelli – Ho ricevuto l’affetto di tantissima gente che ha voluto ricordarlo e sono infinitamente grata all’Auser e a tutte le istituzioni per la scelta dell’intestazione a suo nome. Come consigliera dell’Ordine dei Medici di Campobasso sono orgogliosa di un’iniziativa professionale così importante. E farò in modo che possa crescere con l’arrivo di altri specialisti. Siamo davanti ad una buona pratica che può essere riproposta in altri ambiti territoriali a vantaggio della collettività, soprattutto quella più sfortunata. Il presidente e l’intero consiglio dell’OMCeO di Campobasso si impegneranno a promuovere e diffondere il più possibile questa lodevole iniziativa”.
Complimenti a tutti per la lodevole iniziativa, intrapresa e sicuramente portata avanti con spirito di servizio e carità quasi missionaria, non bisogna infatti sempre pensare al viaggio in terre esotiche per sperimentare realtà disagiate e nel campo della medicina territoriale c’è veramente tanto aiuto da dare.
Grazie per quello che fate e farete e auguri a tutti.
Vincenza Pede
Complimenti sinceri all’ iniziativa sociale : che i colleghi /e che hanno preferito sfruttare la laurea in medicina solo a scopo di lucro , rispolverassero una delle tante convinte frasi del medico Santo Giuseppe Moscati …..non la scienza ma la carità salvera’ il mondo !